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Articoli anno 2010

Deducibilità dei crediti inesigibili 16, 12 2010
Targhe dei professionisti: no imposta di pubblicità 16, 12 2010
Professionisti e software pirata 16, 12 2010
Copia privata di opera 12, 11 2010
Radio negli studi professionali: si paga il diritto 12, 11 2010
Marchio di forma 12, 11 2010
Tabelle condominiali: maggioranze per modifica 8, 11 2010
Tarsu: tariffe decise dal consiglio comunale 8, 11 2010
Nomi maschili e femminili: decide il Tribunale 8, 11 2010
Class action in materia Tributaria 8, 11 2010
Pericolosità luoghi di lavoro 13, 10 2010
Marchi notori 13, 10 2010
Pedoni e incidente stradale 16, 9 2010
Prodotto difettoso 16, 9 2010
Cessione di azienda frazionata 13, 9 2010
Contraffazione grossolana di marchi 4, 8 2010
Tv on demand e diritto di distribuzione 1, 8 2010
Email offensiva: non è molestia 1, 8 2010
Clausole di risoluzione contrattuale 1, 8 2010
No al contributo per digitale terrestre 1, 8 2010
Morte e risarcimento del danno 5, 7 2010
Scuola e responsabilità 4, 6 2010
Danni alla sfera genitale 4, 6 2010
Diritto d^autore e successori 4, 6 2010
Motori di ricerca e marchi 4, 6 2010
Danno non patrimoniale e contratti 4, 6 2010
Recesso del consumatore - oneri 4, 6 2010
Inps e permesso di soggiorno 3, 5 2010
Priorità nei licenziamenti 3, 5 2010
Facebook e libertà di opinione 28, 4 2010
Impugnazione permessi a costruire 28, 4 2010
Mobbing 18, 4 2010
Danno da intervento medico 18, 4 2010
Guerra ai siti Pirata 18, 4 2010
Tutela penale dei marchi comunitari 18, 4 2010
Cessione di azienda a pezzi 26, 3 2010
Credito da riscuotere e cause separate 26, 3 2010
Lavoratore che non rende 12, 3 2010
Sosta a pagamento ai disabili 12, 3 2010
Assegno divorzile: dovuto anche con nuovi figli 28, 2 2010
Cinture sicurezza: risponde il guidatore 16, 2 2010
Parcheggio e furti 25, 1 2010
Condominio e fognatura 24, 1 2010
Società e diritto al risarcimento 24, 1 2010
Giusto processo e fallimento 24, 1 2010
Imposta di pubblicità 24, 1 2010
I Bamboccioni 24, 1 2010
Depressione da causa di servizio 24, 1 2010
Molestie ? basta una sola chiamata 9, 1 2010
Relazione segreta ? vietato rivelarla 9, 1 2010
Omesso scontrino ? dipendente licenziato 4, 1 2010
Centri commerciali e opposizione 2, 1 2010
No mantenimento: no affido condiviso 2, 1 2010
Imposte degli esercizi commerciali 2, 1 2010
Locali malfamati ? sospesa licenza 2, 1 2010
Notaio risponde dei soldi ricevuti 2, 1 2010
Condominio: rumorosità di impianti 2, 1 2010
Pedone incauto responsabile di sinistri 2, 1 2010
Condominio: maggioranze e ^nullità^ 2, 1 2010
Caduta di cliente: no a responsabilità 1, 1 2010
1, 1 1970
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Credito da riscuotere e cause separate



È inammissibile la proposizione di più cause separate per riscuotere un credito nascente da un unico rapporto


La corte di Cassazione ha recentemente ribadito con sentenza 24539 del 20 novembre 2009 un principio già espresso a Sezioni Unite con sentenza 23726 del 15 novembre 2007 a mente il quale un soggetto che debba riscuotere un proprio credito non può frazionare detto credito in più tronconi e presentare quindi più cause separate verso il debitore.

Scindere il credito in più tronconi, infatti, non solo appare utile unicamente al creditore, ma, soprattutto, è inutilmente dannoso nei confronti del debitore, e si pone in contrasto sia col principio di buona fede che col principio costituzionale del giusto processo, traducendosi in una parcellizzazione dell’attività giudiziaria che costituisce un abuso del diritto da parte del creditore stesso.

La conseguenza di tale divieto di frazionamento del credito si traduce nella dichiarazione di improponibilità (e quindi nel rigetto) delle domande giudiziali proposte dal creditore successivamente alla prima, così chè il creditore stesso permane - a causa della propria scelta non di buona fede - sprovvisto di tutela giurisdizionale per le somme residue contro il proprio debitore, pur essendo il debitore effettivamente inadempiente.

Ne consegue che, prima di ricorrere al Giudice, il soggetto che vanta crediti derivanti da un unico rapporto verso un debitore, deve necessariamente premurarsi di agire per tutto il proprio credito, pena la perdita delle parti non richieste sin dal primo atto giudiziale.


Avvocato Enrico Candiani


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